domenica 25 maggio 2014

Compensare le medaglie

Ho riflettuto molto prima di scrivere questa pagina, avrei voluto registrarla come faccio da un pò come video sul blog, ma la preoccupazione di non essere chiaro parlando a braccio mi ha fatto preferire questa strada.
Dunque ieri pomeriggio avevo preso il treno per tornare a Pietrasanta dopo l’incontro che ho avuto alla libreria Feltrinelli, raramente compro il giornale sono anni che mi annoiano le incongruenze dei giornalisti, solitamente mi rilasso con un libro o con il fatidico sudoku, ma facendo uno strappo alla regola ho preso il Corriere. Sono rimasto colpito da due articoli, uno sottotraccia, l’altro trionfalistico, ma entrambe nocivi per il nostro benessere. Oggi parleremo del primo: si elencavano le persone che avrebbero ricevuto dal presidente della repubblica la medaglia di cavaliere del lavoro, era una sfilza di vincenti ricchi migliardari. No!!!! Così non va, non potremo mai cambiare questo mondo fino a quando daremo premi e riconoscimenti a coloro che ce l’hanno fatta, così si dice nel gergo della meritocrazia, avremo sempre per uno che sta in cima migliaia miglioni che stanno alla direva, con la bava alla bocca per ottenere anche loro qualcosa che li premi da una vita pesante e ingiusta. Lo so bene come funziona nel mondo della pubblicità, ieri come oggi si mostra ciò che potresti ottenere se avessi quella tal macchina quella tal casa quel tale elettrodomestico, ma non è per tutti e per alcuni per i meritevoli per quelli che costi quel che costi la otterranno, dimenticando l’etica la giustizia l’equità perchè la cosa più importante è esserci avere e del resto chi se ne frega. Ma come dargli torto, visto i mille messaggi che continuiamo a mandare, come possiamo pretendere di vedere una società giusta equa quando non facciamo che mettere i levrieri a correre dietro l’unico pupazzo di lepre, si azzanneranno perchè l’ottenerlo gli darà il diritto di pavoneggiarsi nel nulla. No credo che invece di distribuire riconoscimenti e premi ai vincenti debbono essere date delle compensazioni a quelli che arrivano dopo. Ho sempre sostenuto che i doni che un uomo riceve alla nascita e che gli permettono di mostrare di se il meglio siano essi i premi, vanno invece sostenuti coloro che la vita non ha premiato con particolari attitudini, coloro che silenziosamente sopravvivono ricchi di nulla se no se stessi loro sono gli eroi silenziosi i nessuno, anche coloro che non hanno avuto la fortuna di incrociare una passione. Che senso ha mettere dello zucchero sul miele? Questa volta non vorrei che quello che dico venga preso come il solito pensierino domenicale, se avete dei figli se li amate dovete far si che le cose mutino ma per fare ciò i primi a cambiare dobbiamo essere noi, in una ribellione civile dando noi stessi l’esempio, perchè non c’è arma più forte dell’esempio. Non costringete i vostri figli ad essere i primi della classe, non fategli scegliere gli studi più convenienti ma fate che siano felici, anche nell’ignoranza, perchè non esiste l'ignoranza nella felicità, di quella felicità che rende leggero lo scorrere del tempo. Amate gli ultimi nello stesso modo che amate i primi. E non è cosa semplice per nessuno, perchè quando ami gli ultimi provi ribrezzo per i primi e così viceversa e allora? Abbiamo speso generazioni intere per educarci alla competizione, per scoprire che è la prima causa del nostro malessere. Dobbiamo disimparare mettere gli ultimi davanti e i primi dietro, per COMPENSARE. Basta con i premi i premucci i riconoscimenti, basta con la generosità è un’offesa alla giustizia, basta con i ricchi i potenti che concedono la loro benevolenza, basta con i ringraziamenti verso coloro che gli hanno aiutati a raggiungere quel traguardo quel premio. Perchè la vita in sè è un premio non c’è n’è uno più grande.

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