domenica 4 maggio 2014

Un matrimonio


Era verso mezzogiorno, quando siamo arrivati in piazza, ci siamo sistemati fuori seduti per bere un qualcosa, Vanda all’ombra per proteggere la sua ferita io al sole per scaldarmi le giunture. La Chiesa era aperta e fuori c’erano delle macchine addobbate da matrimonio. Guardavamo distrattamente per vedere che succedeva ed ecco uscire la sposa, era in bianco un vestito classico e lui in nero emozionatissimi entrambi. Non sapevano cosa fare ma non volevano muoversi da lì, quasi temessero che l’andarsene li avrebbe rigettati nella rutine di tutti i giorni, volevano assaporare ogni istante ogni momento. Poi guardai meglio e li riconobbi, erano due che venivano al bar ogni mattina tenendosi per mano, non erano ne giovani ne aitanti ne tante altre cose, anzi erano meno di altre cose, lui con lei era dolce e premuroso, la donna prima di quel giorno non l’avevo mai vista sorridere ne piangere, il suo volto era sempre immobile sprofondata nell’oblio del nulla, una sigaretta dopo l’altra più che respirare il fumo lo guardava muoversi. Non avevano avuto nulla dalla vita se non loro due e quello era stato più che sufficiente. Mentre noi che pretendiamo più che il giusto il superfluo, non riconosciamo il valore della nostra gioia, nulla è mai sufficiente. Loro invece che poco hanno avuto, ora che hanno tanto, camminando l'uno vicino l'altro tornano alla loro unica casa quella del sorriso.

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